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Ungheria,
Agosto 1993
NellAgosto del '93 siamo riusciti finalmente a fare il nostro
primo viaggio self made: Chicco aveva già partecipato a viaggi motociclistici
organizzati mentre per me (Giangi! ;-), questo è stato il primo!
Lo scotto labbiamo pagato nel partire non completamente aggiornati come cartine sia
stradali che turistiche.
Non abbiamo mai sbagliato strada, in quanto sia in Austria che in Ungheria la segnaletica
stradale è molto efficiente, ma la tensione per la paura di perderci è stata presente in
ogni momento. Pensandoci cinque minuti era meglio documentarsi di più.
Ciò nonostante riserbiamo ottimi ricordi del viaggio, compreso per i momenti epici
che ci sono accaduti: come le due ore di coda passate in dogana con l'Ungheria sotto la
pioggia, circondati da rumorose (e puzzolenti, sono motori a due tempi!) Trabant.
Le strade erano pulite e in ordine. Unica eccezione è per la via che passa nella riserva Nemezti
park, strettissima e con una parte della carreggiata occupata dalle radici degli
alberi. Ma la fatica è stata ampiamente ricompensata dal paesaggio.
In tutto il viaggio abbiamo mangiato ottimamente e speso poco, chiaramente a Budapest i
prezzi sono come in tutte le altre città turistiche europee.
Sulle autostrade austriache non consigliamo di mangiare negli autogrill in quanto sono
disponibili solo panini surgelati da riscaldare coi forni a microonde messi a disposizione
dal gestore... :-(
Quando si viaggia in moto si superano spesso momenti difficili, specialmente quando piove,
dove la tensione per non scivolare si aggiunge al fastidio di ritrovarsi bagnanti da capo
a piedi, ma niente può eguagliare la libertà che si apprezza nel muoversi su due ruote.
Agli amici che ci dicono "...ma voi siete matti..." solitamente rispondo
"viaggiare in auto è come guardare la televisione, mentre viaggiare in moto
è come essere dentro alla televisione!"...
Nei momenti più duri ricordatevi che prima o poi ritornerà il sole e le nuvole si
rifletteranno nuovamente sopra i cruscotti facendovi immedesimare nel film Easy Rider!
:-)
Vienna, la prima sosta.
A Vienna abbiamo capito che è sempre meglio assicurarsi che
lalbergo abbia un parcheggio proprio. Il nostro aveva una convenzione con un
parcheggio pubblico a cui però il custode ci ha negato laccesso. A nulla è valso
laver garantito che avremmo usato un solo posto auto (che due moto riempiono
perfettamente)...
Per fortuna la direzione dellalbergo ci è venuta gentilmente incontro concedendoci
di parcheggiare davanti allingresso. Nel ringraziare laddetto abbiamo commesso
il primo errore di cambio valuta lasciandogli una mancia faraonica!!
In compenso al mattino seguente abbiamo trovato i parabrezza e i fanali puliti e lindi
dalle miriadi di moscerini spiaccicati! :-)
Vienna è molto bella, ma bisogna avere lattenzione di non camminare nelle piste
ciclabili...
Budapest.
A Budapest abbiamo dedicato tre giorni dividendoli tra la parte vecchia,
Buda, e quella nuova, Pest.
Di Buda consigliamo la visita che parte dalla Citadella (per la serie gli
Italiani sono dappertutto e si fanno sempre riconoscere: cerano due compari
che spennavano un gruppo di tedeschi al gioco delle tre carte, il mazziere e la spalla che
era l'unico a vincere) e che porta al castello ed ai bastioni dei pescatori che
racchiudono il Màthyàs Templon.
Sotto la fortezza, chiamata Vàregy, si estende una ragnatela di gallerie e cunicoli in
cui abitavano i poveri.
Passato il Danubio si entra a Pest, la parte moderna e inneggiante al mito Americano.
Da vedere è la cupola ottomana delle terme Kiràli e la Piazza degli Eroi Hosok Tere.
La circolazione è caotica, per spostarsi vi consigliamo di utilizzare i numerosi tram.
Per la cena consigliamo il ristorante "Bagolyvar" (a fianco lo zoo), dove nel
1993 un pasto completo costava 600 fiorini: 10.000 lire.
Miskolc, la terza tappa.
Da Budapest ci siamo spostati a Miskolc, superando il monte più alto
dellUngheria: 1014 metri. Per noi poco più di una collina, per gli Ungheresi una
staziona sciistica.
Miskolc è stata una fermata intermedia per riposare. La città è sorta intorno alle
acciaierie, con quartieri dormitori e casermoni anni '60 stile cara vecchia Russia.
Di fronte all'unico albergo c'era la pizzeria "Bigaton pizza", dove si mangiava
discretamente e servivano un vero caffè espresso allItaliana!
Tokaj.
In tutta la provincia la strada si inoltra tra vigneti ed aziende
agricole che invitiamo a visitare per un assaggio del noto vino!
Le case del paese hanno sui tetti i nidi delle cicogne, nelle credenze popolari esse
portano fortuna agli abitanti delle case stesse.
Abbiamo quindi proseguito il viaggio in direzione del lago Balaton, fermandoci a dormire
nella città di Székesfehérvar.
Lago Balaton.
Merita sicuramente una sosta. Il lato più bello per noi è stato quello
Nord-Ovest in quanto quello opposto era più turistico, simile ad una Rimini
dellEst: spiaggione, hotel, campeggio, hotel, spiaggione...
Noi ci siamo fermati a dormire in una pensioncina a conduzione familiare nel paese di
Kezsthely.
In paese si può visitare il Palazzo Reale composto da più di cento stanze ed il
castello.
Il giorno seguente abbiamo percorso la strada che sale sui monti del lato Nord-Ovest,
passando da Veszprém e Tapolca.
Sul Lago Balaton, mangiando pesce, abbiamo per la prima volta sforato la cifra di 10.000
lire a testa per la cena!
Graz, lultima città.
Il trasferimento è stato compiuto sotto una pioggerellina fine, fine.
Sembra che non piova invece ti bagni ugualmente.
Al mattino abbiamo girato per il centro, carino ma niente di notevole, mentre al
pomeriggio, stanchi, abbiamo guardato la tv in albergo.
A cena ci siamo resi conto che la pacchia era veramente finita: abbiamo mangiato poco e
speso quanto due pasti completi in Ungheria... |
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